Eri pronto ad avviare la tua playlist di canzoni tamarre quando è venuto fuori l’ennesimo hipster coglione a dirti qualcosa del tipo: insoddisfatto della tua vita di merda? Vuoi un facile guadagno? Pagami e ti svelerò i segreti delle crip… SALTA LA PUBBLICITÄ.
Il fatto stesso che vengano sponsorizzate generalmente da un manipolo di idioti dovrebbe fungere da deterrente. Qualora i tuoi filtri antifuffa avessero le maglie colpevolmente larghe, ti spiegherò aranzullicamente il motivo per cui si dovrebbe star ben lontani dalle criptovalute.
Come l’editoria a pagamento illude i mitomani imbrattacarte, le Wanna Marchi del mondo digitale attirano nella loro rete orde di nerd che, constatato il folle rapporto costi/benefici (nel caso del mining) o rischi/benefici (nel caso della speculazione) di questo sistema, diventano a loro volta adescatori di ingenui internauti in cerca di guadagni extra con cui pagare le bollette.
Filtro antifuffa numero 2: se il metodo di guadagno è così miracoloso, perché i sedicenti guru non si limitano a usufruirne, anziché diffondere il verbo?
Cos’è una criptovaluta?
Si tratta di una valuta digitale conservata in un portafogli virtuale. L’unico mezzo per dimostrare di esserne il legittimo possessore è un codice alfanumerico di 30 caratteri. Smarrito quello, addio fantamoneta.
Come si ottiene?
Si acquista da affidabilissimi siti dedicati oppure si ottiene (credeghe) tramite il processo di mining.
Cos’è il mining?
In assenza di una banca centrale, sfigati come te mettono a disposizione la potenza di calcolo dei propri computer al fine di validare le transazioni effettuate in rete nella speranza di essere ricompensato in criptovaluta.
Perchè si tratta di un’enorme pagliacciata?
Il processo è soprannominato “mining” perché – proprio come accade con l’estrazione di metalli preziosi, è progettata per rendere sempre meno col trascorrere del tempo.
Più criptovaluta viene emessa, più dispendio di risorse occorrerà per generarne altra. Il prezzo dei componenti hardware in grado di fornire un’elevata potenza di calcolo è salito alle stelle, ma è l’enorme dispendio di energia elettrica necessario per l’elaborazione dei dati a rendere il mining un investimento a perdere, già nel presente.
Ma se invece di minare mi limitassi a investirvi?
Giocheresti d’azzardo a un tavolo con le carte truccate e rischieresti seriamente di scoprire all’improvviso che i tuoi risparmi sono andati in fumo. L’acquisto di criptovaluta è una scommessa, non un investimento.
Rischi a parte, perché questa demonizzazione?
Nel solo 2018, l’estrazione dei soli Bitcoin ha prodotto più di 17 milioni di tonnellate di co2. I paesi in cui si producono fanno perlopiù uso di carbone per generare energia.
Da un lato si fa un gran parlare di politiche per la riduzione delle emissioni, dall’altro si permette che un branco di perfetti idioti renda virale un’illusione di massa che sta avendo esternalità negative devastanti sull’ambiente.
Consumo di elettricità necessario a una singola transazione Bitcoin confrontato con quello di centomila transazioni con pagamento elettronico tradizionale. Dati consultabili su Statista
Tutto qui?
Non solo: alimentare il mercato delle criptovalute vuol dire sostenere un sistema che strizza l’occhio al riciclaggio di denaro sporco, al terrorismo, al traffico d’armi, a tutte le attività illecite che trovano terreno fertile nella scarsa rintracciabilità delle movimentazioni di denaro.
In conclusione
Il dovere morale di ogni cittadino sano di mente dovrebbe essere quello di prendere a insulti qualsivoglia buffone che presenti in termini entusiastici questo insensato sperpero di energia e denaro. Se il pianeta Terra sta accelerando la sua corsa verso lo status di luogo inospitale per la razza umana, lo dobbiamo anche a vermi come loro.
Stupenda disinformazione!