L’amore ai tempi del coronavirus

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“Non me ne frega un cazzo” in inglese si può tradurre “I don’t give a shit”
(a detta del traduttore automatico)

Una sera d’estate, presso un distributore Agip in provincia di Verona. Una donna, per indossare agevolmente i guanti monouso, si mette una banconota da cinquanta euro tra le labbra. A distanza di anni – ne sono certo – sarà diventata una delle tante persone che hanno fatto incetta di disinfettanti presso centri commerciali, farmacie, mercatini. Purché non cinesi.

Quando c’era Lui

In futuro qualcuno potrebbe rivalutare questo virus. È innegabile che abbia fatto anche cose buone. Qualche esempio?

  • la Cina ha ridotto le emissioni del 25%;
  • sempre in Cina, la carne di animali selvatici è stata – seppur momentaneamente – bandita;
  • si inizia finalmente a parlare di telelavoro;
  • l’età media, in Italia, si è leggermente abbassata;
  • molta gente ha scoperto l’uso del sapone.

“Non me ne frega un cazzo” in francese si può tradurre “je n’en ai rien à foutre”
(a detta del traduttore automatico)

L’insostenibile leggerezza della sabbia

  • Mucca pazza: 163 morti;
  • Sars: 880 morti;
  • aviaria: 369 morti;
  • suina: 18.000 morti.

Vale la pena di ricordare che ogni anno la resistenza ai farmaci causa 700.000 morti in tutto il mondo. Perché se uno dei 200 milioni di animali che vengono uccisi ogni giorno per l’alimentazione umana è stato sottoposto a trattamenti farmacologici, state pur certi che quelle sostanze – almeno in parte – finiranno nel vostro piatto.

Vale la pena di ricordare che esiste uno stretto legame tra allevamenti intensivi e surriscaldamento globale. Perché la pazza è Greta e chi la manda in giro a catechizzare le masse, mica chi sta facendo di tutto per rendere questo mondo inadatto alla vita umana e a quella di chissà quante altre specie viventi.

Vale la pena di ricordare affinché ce ne si dimentichi. Qualcun altro troverà una soluzione, prima o poi.

“Non me ne frega un cazzo” in tedesco si può tradurre “das ist mir scheißegal.”
(a detta del traduttore automatico)

Wuhan de noantri

Una società controllata al 100% dal gruppo Amadori è stata condannata per il reato di uccisione e maltrattamento di animali. Le scrofe vivevano in gabbie così piccole da non poter nemmeno girarsi; gli animali non avevano posti asciutti o puliti dove riposare. Tranquilli, eviterò di scendere nei dettagli o di pubblicare video. Dopotutto, chissenefrega?

Per quanto ne sappiamo, il virus che ci sta costringendo a lavarci le mani e a non tossire in faccia al prossimo potrebbe essersi sviluppato in maniera del tutto autoctona. In Italia esistono migliaia di allevamenti degli orrori e molti terreni vengono contaminati da rifiuti di ogni tipo o addirittura concimati con scorie industriali.

“Non me ne frega un cazzo” in spagnolo si può tradurre “me importa una mierda”
(a detta del traduttore automatico)

Dagli al cinese

Così egoista da non interessarsi della sofferenza che si cela dietro al proprio profitto (o al proprio palato), così stupido da non rendersi conto nemmeno di quando quel male inizia a ritornare al mittente con gli interessi.

Un po’ come precipitarsi in farmacia per accaparrarsi diciotto confezioni di Amuchina Gel prima degli altri, senza considerare che se gli altri restano senza siam fottuti anche noi.

E da unti siam diventati untori, e dal preoccuparci delle presunte malattie dei migranti siamo passati a esser considerati i cinesi d’Europa. Ben ci sta.

“Non me ne frega un cazzo” in russo si può tradurre “Мне насрать”
(anche se non ho idea di come si pronunci)

Un vaccino contro la stupidità

Nessuno ha mai sostenuto che il Covid-19 fosse da sottovalutare perché le persone giovani e sane corrono pochi rischi. Il messaggio che doveva passare, piuttosto, è “se non vi siete mai preoccupati per l’influenza stagionale, perché adesso ve la state facendo sotto?”. Perché le categorie a rischio son sempre le stesse e, anche se ce ne fosse la possibilità, molti di noi sceglierebbero comunque di non vaccinarsi.

Ancora una volta, ben ci sta. Ben venga la paura per una minaccia nei confronti della quale ci sentiamo indifesi e impreparati. Magari riusciremo a capire cosa prova una persona immunodepressa nel ritrovarsi circondata da individui timorosi che un vaccino renda il loro figliuolo più rincoglionito di chi l’ha messo al mondo.

“Non me ne frega un cazzo” in polacco si può tradurre “Gówno mnie to obchodzi”
(suonerà strano a prescindere da come lo pronunciate)

In conclusione

In questo marasma di cifre, diatribe tra medici, gruppi Whatsapp così cinici da far impallidire persino le chat dei genitori, forse è un bene che qualcuno abbia fatto terrorismo mediatico.

Guidati dalla paura stiamo mettendo in pratica misure che – contrariamente alla nostra volontà – salvaguardano anche gli altri. Ma disinfettarsi le mani solo per la paura che ci sia un untore nei paraggi, o vietare il consumo di questa o quella carne solo per timore di una pandemia, è stupido. Stupido come allacciarsi le cinture solo per evitare una multa. O come infilarsi una banconota in bocca per non toccarla a mani nude.

4 Commenti

  1. Caro Alessandro, rileggerti è stato per me un vero piacere. L’articolo sul coronavirus è a dir poco strepitoso.
    Io ti ho “conosciuto” (si fa per dire) su Quora e ti ho sempre apprezzato ed ammirato.
    Avanti così!
    Mi auguro di rileggerti presto. Buona continuazione, buon tutto!
    Paola Gatto

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