Intervista a uno scrittore pentito

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Intervistiamo oggi un aspirante scrittore che in passato ha deciso di pubblicare un suo racconto rivolgendosi a un editore a pagamento. Vergognandosi come un ladro, ha chiesto di restare nell’anonimato. Per placare in anticipo eventuali polemiche, ci teniamo a sottolineare che il nostro ospite non ha scritto alcun libro recensito su questo blog.

D: Cosa ti ha spinto a pubblicarti a pagamento?
R: Me lo son chiesto spesso. Oggi, a mente lucida, posso ammettere di essermi autopubblicato perché in cuor mio ero conscio del fatto che nessun editore avrebbe creduto nella mia opera. Ero convinto che non avrebbero compreso il mio talento, e la voglia di vedere il mio nome stampato sulla copertina di un libro era così forte che…
D: Quanto ti è costato?
R: Ho dovuto comprare duecento copie del mio stesso libro, spendendo più di duemila euro. In più, mi vergogno ad ammetterlo, ho speso quasi la stessa cifra per pubblicizzarlo su social network e blog che pubblicavano recensioni a pagamento.
D: Quali risultati hai ottenuto?
R: Ho venduto una dozzina di copie, ricavando pochi spiccioli. Per quanto riguarda quelle che ho dovuto acquistare, non sono riuscito a regalarne nemmeno un terzo.
D: Quante volte in vita tua ti è capitato di acquistare il libro di un esordiente?
R: Mai. Ho sempre nutrito forti pregiudizi nei confronti degli scrittori alle prime armi. Non leggo molto, e quando lo faccio preferisco avere tra le mani un classico.
D: La domanda sorge spontanea: se tu in primis non leggeresti mai un esordiente, perchè hai creduto che qualcun altro sarebbe stato disposto ad acquistare un tuo libro “a scatola chiusa”?
R: Non so, credevo che il mio racconto fosse qualcosa di speciale. Probabilmente si è trattato di mitomania da scrittorino alle prime armi.
D: Sei conscio del tuo status di pezzo di merda?
R: Beh, sono conscio del fatto di essermi comportato da idiota. Ero convinto di avere talento, oggi il mio sogno è morto e sepolto, sigillato negli scatoloni in cui conservo le copie invendute del mio libro.
D: Scriverai ancora?
R: Non più. Col tempo ho capito di non avere molto da dire.
D: Una decisione apprezzabile. Vorresti rivolgere una frase ai lettori di Obbrobbrio, prima di annegare nelle fetide acque del fallimento?
R: Certo. Smettete di seguire questo blog del cazzo. 

18 Commenti

  1. azz… sapevo del sottobosco parassitario che sfrutta (anche giustamente) persone di questo tipo… ma ai blog con recensioni a pagamento non arrivavo neppure con le mie fantasie più grottesche: esistono davvero? :-))

  2. Poveretto che brutta fine! D: Non trovo però sbagliato le recensioni a pagamento. Mi spiego meglio: i blogger che trattano con attenzione campi come quello degli autori esordienti possono offrire recensioni a pagamento, perché magari il loro parere è sinonimo di trasparenza, qualità è competenza. Però queste recensioni DEVONO essere sincere, non positive necessariamente, ma sempre corrette nei confronti dei lettori.

    Ovviamente molti usano questa pratica solo per far soldi, scrivendo belle parole su un libro anche se questo fa cagare, ma non pensavo si potesse arrivare a spendere una tale somma solo per la pubblicità via blog e social. O.o

  3. A me hanno scritto per chiedermi se volevo recensire dei libri sui fiori di Bach. Volevano pagare in bustine con i fiori di Bach. Ho declinato cortesemente dopo che la mia richiesta di convertire i fiori di Bach in denaro era stata rifiutata 😀

    Ahi ahi, quanti autori ci cascano…

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