Come inventare una trama originale per il tuo libro? Se te lo stai chiedendo, sbagli in partenza. Nel 2005 il buon Christopher Booker – un cognome che dice tutto – ha pubblicato un libro intitolato The Seven Basic Plots: Why We Tell Stories, nel quale isola le sette matrici di tutte le storie possibili:
- la sconfitta del mostro: Ulisse contro Polifemo, Hansel e Gretel, Dracula, Dragon Ball e compagnia bella. Non importa quanto sia temibile il boss di fine livello: il protagonista riuscirà a batterlo;
- la ricerca: chiamata anche “il viaggio dell’eroe”, che racconta le vicessitudini del protagonista nel tentativo di raggiungere una meta di cui in genere non frega un cazzo a nessuno tranne che a lui;
- il viaggio e il ritorno: per molti versi simile alla ricerca, questa storia è basata su un viaggio al termine del quale il protagonista non sarà più lo stesso eccetera eccetera;
- la rinascita: il protagonista riesce in qualche modo a liberarsi dalla propria sfiga comprendendo i propri errori, dopo aver passato le pene dell’inferno e/o rotto le balle al prossimo. La letteratura abbonda di cattivoni che diventano buoni, sebbene li preferissimo prima;
- la commedia: la classica storiella a lieto fine in cui un ragazzo e una ragazza in preda agli ormoni riusciranno a coronare il loro amore dopo aver superato mille difficoltà dovute a ingerenze esterne, diffidenza o malattie veneree. Più in generale, una questione demenziale affligge un microcosmo popolato da deficienti che, messi alle strette e frustrati fino al climax, riusciranno in qualche modo a risolvere il loro problema;
- dalle stalle alle stelle: gentaglia sfigata che scopre – in genere grazie all’aiuto altrui – di avere un animo nobile o doti straordinarie. E’ così che il pezzente de “La ricerca della felicità” diventa un broker di successo o la misera battona di “Pretty woman” si trasforma in una squillo d’alto bordo;
- La tragedia: finalmente, una tipo di storia in cui le taniche di letame protagoniste muoiono, crepano, schiattano come è giusto che sia. E’ ciò che accade a Dorian Gray e che auguro a ogni politico più basso di un metro e settanta.
D’accordo, sono categorie piuttosto generiche. Ma sappiate che ci sono soltanto trentasei situazioni drammatiche possibili e, per quanto vi sforziate, qualunque storia da voi partorita o defecata sarà bruciata sul nascere, simile ad altre migliaia di storie, catalogata o comunque catalogabile.
Alla luce di tutto questo, perché non saltare a pie’ pari la faticosa fase dell’ideazione della storia limitandosi a scopiazzare? E’ così che “Pocahontas” è diventato “Avatar”, e che quasi tutti gli autori di libri fantasy hanno attinto oltrepassando i limiti del plagio e della decenza da “Il Signore degli Anelli”.
Le fasi iniziali della stesura di un racconto dovranno quindi essere le seguenti:
- trovate una trama che vi convinca (non è necessario leggere tutto il libro o sorbirsi tutto il film);
- applicate delle semplici variazioni (o perlomeno cambiate il nome dei personaggi);
- dite a tutti che si tratta di farina del vostro sacco (se qualcuno scopre la verità, siate pronti a sopprimerlo).
Seguite questi consigli e non conoscerete mai il blocco dello scrittore, nessuna casa editrice cestinerà le vostre opere e i lettori – specie i bimbiminchia passati dalla fase genitale a quella elfica – vi ammireranno dedicandovi i più sinceri “mi piace”.
C'è anche non-ricordo-chi che diceva che esistono solo due trame: "il viaggio" e "uno straniero arriva in città".
Io preferisco uno straniero arriva in città. Vai Clint! falli neri!
E come sempre apprezzo in toto l'opera mirabile del nostro padrone di casa, che ancora una volta ci spiega con dovizia di argomentazioni stringenti che stiamo solo perdendo il nostro tempo 🙂 e fuori magari c'è il sole… (non ora, che sono le dieci di sera).
L'originalità non esiste. Lo ripeterò fino alla morte.
E' il metodo per scrivere le sceneggiature dei vari Dylan Dog, mica fica e pizzi, eh!
eheheh in quel caso è scandaloso 😀
Il tocco tragico non mi dispiace. Un po' di spalate di merda e sfiga ci vogliono sempre 😀
vero, Tarantino docet
Il cattivo che diventa buono ma fa sempre il duro… Io lo chiamo "il personaggio alla junior/piccolo". Un classico!
Io lo chiamo "Ikki di Phoenix"! 😀
ciò che trovo insopportabile è il cattivo che è diventato cattivo solo perché ha avuto un'infanzia difficile ecc ecc…
quando in realtà l'essere umano è intimamente stronzo senza bisogno di giustificazioni
Mi piace il libro di cui parli: deve essere stata dura per l'autore riempire più di quindici pagine elencando quei sette punti; se in più ci aggiungi il colophon, venti pagine di prefazione, altre dieci pagine di prefazione alla nuova edizione (che si distingue dalla vecchia per l'aggiunta del termine "fondamentalmente" a pagina 8), un'introduzione dove l'autore ringrazia calorosamente chi l'ha aiutato nell'impresa (sua moglie e il suo cane Birillo, simpatico bassotto), la pagina con la citazione di una poesia di Frost che fa sempre figo, una esaustiva bibliografia contenente tutti i romanzi di cui l'autore abbia mai sentito parlare, una breve biografia dell'autore dove si racconta delle sue passioni (la dama cinese e la pornografia su internet), un indice generale, un indice dei nomi utilizzati, un indice ragionato che raccoglie tutte le ricorrenze della lettera "e", si arrivera comodamente alle 150 pagine. Un agile manuale per tutti, dallo scrittore professionista alla casalinga di Voghera.
E invece "The Seven Basic Plots: Why We Tell Stories" è un mattonazzo di 736 pagine, che a portarlo in aereo come bagaglio a mano ti fanno problemi.
Poveri alberi…
Beh sulle situazioni possibili il discorso cambia: si tratta di studi approfonditi, mica pizza e fichi
Non mi piace la classificazione, questo libro sulle trame sarebbe stato uno spreco di carta anche se fosse stato lungo una pagina sola.
Io ho scritto un libro veramente originale, con una trama completamente diversa da quelle 7 minchiate che elenca: quando lo pubblichero' e guadagnero' miliardi di euri, voglio proprio vedere come faranno i soloni della critica a classificarmi!!!
Ti classificheranno come parte della nutrita schiera degli inclassificabili…
Kingo, il tuo libro sarà semplicemente un'odissea ambientata nel futuro o un "Romeo e Giulietta" ambientato su un sottomarino (sulla nave l'hanno già fatto)
Guardate piuttosto che si puo' combinare in campo musicale con un po' di sano copia-incolla
Ho un vestito un po' andante, che non ho mai lavato,
E mi succhio anche il dito, il mio stile e' invidiato,
Son rimasto sul cesso, da tempo remoto,
Faccio il militante, ma alla fine non voto…
Ho una vita da nerd, e nel mio mondo splendente
posso rosicare, bestemmiare… ILLIMITATAMENTEEE!!!
ILLIMITATAMENTEEE!!! ILLIMITATAMENTEEE!!!
Sono un tipo asociale, proprio un vero animale,
Canto davvero male, e cado dalle scale…
Amo far piu' cazzate contemporaneamente
come rosicare, bestemmiare… ILLIMITATAMENTEEE!!!
ILLIMITATAMENTEEE!!! ILLIMITATAMENTEEE!!!
Mi piace il sole di notte, col suo buio cocente,
Sono il solo a vederlo, non ci sto con la mente,
Mi piace Fabio Fazio, che non capisce niente,
perche' in fondo lo ammetto, sono un suo parente…
Se vieni al mio concerto, e' perche' sei deficiente
potrai rosicare, bestemmiare… ILLIMITATAMENTEEE!!!
ILLIMITATAMENTEEE!!! ILLIMITATAMENTEEE!!!
Sono un tipo fetente, mangerei pure un topo,
Sono il solo che in acqua riesce prendere fuoco…
La mia casa e' la Mecca, viene un sacco di gente
pur di rosicare, bestemmiare… ILLIMITATAMENTEEE!!!
ILLIMITATAMENTEEE!!! ILLIMITATAMENTEEE!!!
Queste son le stronzate che mi vengono in mente,
Ora tocca a voi continuare autonomamente…
Perche'questa canzone e' davvero demente
e la ascolterai in televisione… ILLIMITATAMENTEEE!!!
ILLIMITATAMENTEEE!!! ILLIMITATAMENTEEE!!!
ILLIMITATAMENTEEE!!! ILLIMITATAMENTEEE!!!
"Sono il solo che in acqua riesce prendere fuoco…" mi ha strappato un sincero conato di risate.
Tutto questo parlare di sostanza ne ha poca
già mi sta sanguinando tutta l'area di Broca
sparo versi su versi senza un senso all'intorno
come andare alla mensa e prender solo il contorno
Con gli avverbi di modo si fa rima di niente
te la puoi tirare da poeta… ILLIMITATAMENTEEE!
infermieraaaa!
" Mi piace il sole di notte, col suo buio cocente,
Sono il solo a vederlo, non ci sto con la mente… " degna del più strabico degli Ungaretti.
Tornando sul tema: vero è che le trame, le situazioni, gli elementi di una storia sono limitati e quindi anche le storie possibili sono limitate, in numero finito. Ma anche le lettere dell'alfabeto sono limitate e danno origine ad un numero di combinazioni finite, di cui oltretutto buona parte senza senso. Si tratta comunque di un numero abbastanza elevato da non dover temere il plagio se non involontario, che è una cosa che mi piace assai: significa che la stessa mia idea l'ha avuta prima di me qualcuno che ha sicuramente più capacità del sottoscritto.
Per quanto riguarda il plagio volontario le cose si fanno più difficili, perché è più difficile non farsi beccare.
cfr. J. L. Borges, "La biblioteca di Babele".
"le lettere dell'alfabeto sono limitate e danno origine ad un numero di combinazioni finite, di cui oltretutto buona parte senza senso"
HA HA HA HA, BELLA QUESTA!!
Ma lo sai quante sono le possibili permutazioni di lettere in una pagina word carattere 12? Un numero che, in relazione alla mente dell'essere umano, e' un infinito relativo.
E poi non esiste un limite finito al numero di pagine di cui puo' essere composto un libro, quindi le possibili storie sono infinite. E su questo spero che non ci siano dubbi
E poi, per favore, il plagio non e' MAI involontario, altrimenti non si chiamerebbe plagio.
Stiamo facendo casino. Ed è una cosa che tra l'altro mi piace. Assai.
Immagina una biblioteca, composta da un numero indeterminato (alcuni dicono infinito) di stanze esagonali.
Ogni stanza è composta, sui sei lati che ha, per cinque lati di librerie.
In ogni libreria ci sono dieci ripiani.
Per ogni ripiano venti libri.
Per ogni libro 250 pagine.
Ogni pagina è in formato "30 righe per 60 battute" (la cartella standard).
Il lato dell'esagono che non è occupato da una libreria apre su un corridoio, dove trovi da un lato una scala e dall'altro un cesso. Alla fine del corridoio c'è un'altra stanza uguale alla prima.
L'insieme dei libri della Biblioteca (che alcuni chiamano Universo) è il totale delle permutazioni possibili tra tutte le lettere dell'alfabeto, più lo "spazio", più (per semplificare) i due segni d'interpunzione "." (punto) e "," (virgola).
Se vuoi sapere come finisce leggiti "La biblioteca di Babele", racconto di Jorge Luis Borges.
Nel caso tu sia un Utente Esperto: Louis Trolle Hjelmslev (è un nome buffo ma, oltre a scrivere in maniera praticamente incomprensibile anche per un danese, affronta seriamente il problema della grammatica generativa da un punto di vista intralinguistico) potrebbe darti un paio di spunti a riguardo, o più probabilmente causarti una serie di feroci mal di testa come al sottoscritto.
Nel caso tu riesca ad uscire vivo dal viaggio tra piano dell'espressione e piano del contenuto passando attraverso le lande desolate (waste landes) della grammatica generativa potremmo complicare la faccenda aggiungendo un paio di altri nomi illustri che sembra che ne sappia qualcosa io ed alza il rating di questo blog sui motori di ricerca (Chomsky, Eco, Price, mio cugino).
Rispondo alla tua domanda: sì, lo so. E' un numero bello grosso ma molto più piccolo di infinito.
Riguardo al numero possibile di pagine di un libro: "Il libro di sabbia" sempre racconto di J. L. B.
In riferimento alla questione del plagio volontario/involontario: "solo se sei un astronauta e mangi cibo in pastiglie puoi dirmi qualcosa, altrimenti non mi rompere i coglioni" (cit. a memoria un Beppe Grillo di tempi non sospetti, che oltretutto parlava d'altro).
Il mondo è pieno di persone che non fanno altro che spiegarci che siamo pieni di limiti. E sono persone illustri, importanti. Ci dicono che la velocità della luce è un limite massimo che non si può superare, ci dicono che chi è altro un metro e sessanta non entrerà mai in una squadra importante di basket, ci dicono che nessun essere umano verdà mai la fine del sistema solare.
Io di tutte queste stronzate me ne infischio. Non mi sono mai posto limiti e mai me ne porrò. Il senso di questo post era che è impossibile creare qualcosa di veramente nuovo, quindi tanto vale scopiazzare. Non accetto limiti, sono convinto di poter creare qualcosa di originale e ne resterò convinto anche se mi citi diacimila soloni che affermano il contrario.
Per quel che riguarda Beppe Grillo, bisogna saperlo interpretare. Come dice Crozza, lui è uno che per dire "Buon giorno a lei e alla sua signora" dice "Vai a fare in culo te e quel cesso che ti porti appresso".
Puoi infischiartene tranquillamente pure della gravità, se è per questo, ma lei non smette di fare effetto su di te. I limiti ci sono, lo scopo può essere superarli, ignorarli e basta non porta da nessuna parte.
Secondo me.
Le classificazioni delle situazioni narrative non nascono da niente, ma dai testi. Non sono "regole da seguire", sono appunto situazioni narrative ricorrenti.
Conoscerle per uno che scrive aiuta a non cadere nel cliché, permette di capire meglio quello che si sta facendo. Non puoi costruire qualcosa (tipo un'astronave) che viaggi più veloce della luce se non hai le conoscenze per costruire un'astronave che voli e basta.
Mi pare ovvio che l'unica maniera per essere originali è usate tutte e sette le trame in un unico libro!
Mi sa che e' stato fatto anche questo. Pero' io credo che l'importante sia buttarsi, bisogna provare a fare qualcosa di nuovo. Bisogna liberarsi dei limiti e delle barriere, bisogna avere il coraggio di andare oltre. E se poi qualcuno ti dice che il tuo romanzo somiglia a qualcos'altro che ha gia' letto, oppure che l'idea sarebbe originale, ma la struttura della trama e' scopiazzata, oppure che semplicemente la tua storia fa cagare, beh, chi se ne importa, scrivere per gli altri non significa scrivere "per l'approvazione" degli altri…
E allora proviamo a scrivere una trama senza usare gli elementi della trama, comincio io.
Un giovane disoccupato vive una vita d'inferno, sua madre è morta e deve occuparsi del padre graavemente malato. Questi sul letto di morte gli confida che in realtà non sono poveri: una lontana zia ha lasciato loro una grossa eredità, ma il padre non l'ha mai raccontato al figlio per evitare di rovinare il loro splendido rapporto basato sull'amore e sulla fiducia. Il giovane lo manda affanculo.
(precisazione: alla fine il padre non muore, così non è una tragedia, ed il giovane non diventa una squillo d'alto bordo così non sembra Pretty Woman. E ovviamente la storia dell'eredità si rivela una stronzata inventata dal vecchio sclerotico).
E nell'epilogo si scopre anche che il giovane in realtà è il padre schizofrenico.
Finte eredita', vecchi schizzofrenici, stronzate raccontate sul letto di morte… volete scrivere una soap opera??
Hai ragione Kingo, potrebbe sembrare una trama da soap opera, se non tieni conto che il tutto è ambientato in un'astronave atterrata per sbaglio nella Londra nel quindicesimo secolo.
Sei un fottuto genio. Chiunque tu sia. E quando, diventato ormai ricco e famoso in quanto scienziato-astronauta-scrittore che ha sconfitto la luce superandola in curva e ha visto il confine del sistema solare, avrò raggiunto la Londra del quindicesimo secolo di corsa e qui avrò costruito l'astronave (ma solo dopo esserci arrivato, perché non avevo pensato di farlo prima)… Beh, mi ricorderò di te e scriverò un libro sulla mia storia smentendoti, ma inserendoti nella prefazione.
Se mi dici che il giovane è in realtà il padre schizofrenico, allora copiamo il buon palahniuk, con Fight Club. Specie se la cosa finisce a cazzotti!
'Cantar fuori dal coro', opppure 'originale' o ancora 'illuminante'.
Insomma, è importante il tuo punto di vista, propedeutico per chi vuol scrivere.
Ciao, piacere
Danke! 🙂
E' così che "Battle Royale" è diventato "Hunger Games". E io rischio il linciaggio ogni volta che lo faccio notare ad un fan della saga…