In qualunque storia che si rispetti il protagonista deve evolversi, far tesoro delle proprie esperienze e realizzare che, fino a due giorni prima, è stato un coglione. Non chiedetemi il motivo. Deve succedere.
Pensate al Derek Vinyard che, dopo aver trascorso qualche annetto in carcere per aver ammazzato i due neri che volevano rubargli l’auto, decide di metter da parte il Mein Kampf e di abbracciare la causa della fratellanza tra le razze. Pensate alla Pretty Woman che comprende, chissà perché, che prostituirsi non è soddisfacente quanto sposare un ricco magnaccione.
I lettori vogliono questo. Chi siete voi per non accontentarli? E allora eccovi la lista di possibili trasformazioni del personaggio a cui dovrete attingere. Occhio: non ho detto “una lista” e tantomeno “potreste“. Questa è La lista delle uniche trasformazioni possibili per i protagonisti dei vostri racconti:
- il puttaniere deve capire che il sesso senza amore è sporco, immorale e fa piangere Gesù. Il numero di figli che la sua futura sposa sfornerà prima di renderlo un’ameba da divano dovrà essere direttamente proporzionale alle scopate che il protagonista si è fatto nei primi tre capitoli;
- il cattivone di turno capirà di non poter sfogare sul prossimo la frustrazione dovuta alla propria, sfortunatissima infanzia. Dopo la conversione, fategli fare una brutta fine per commuovere il lettore;
- la ragazza grassa, tra una confezione di Pringles e un vasetto da 1,5 Kg di Nutella, imparerà ad accettarsi e a non versare più lacrime a causa degli sfottò altrui. Per piacere agli uomini, in fondo, basta respirare;
- l’amica brufolosa e con gli occhiali spessi che il vostro protagonista maschile non prende nemmeno in considerazione dovrà diventare improvvisamente la più gnocca del college. Per “improvvisamente” intendo a due pagine dalla fine del racconto;
- il malato incurabile smetterà di ripetersi “ma perché proprio a me?” e riuscirà in qualche modo a far tesoro della sua terribile esperienza;
- il disabile sbeffeggiato dai bulli si scoprirà bravissimo nel fare qualcosa. Dategli un pianoforte o dei colori a olio e il successo sarà assicurato;
- l’irriducibile soldato programmato per uccidere si pentirà delle atrocità commesse e realizzerà che la Terra sarebbe un posto bellissimo da vivere se ovunque regnasse la pace. Rommel confidò qualcosa del genere in una lettera a sua moglie, prima che Hitler lo costringesse a suicidarsi;
- l’adolescente caduto nel tunnel della tossicodipendenza o dell’alcolismo capirà che non c’è droga migliore dell’amore e diventerà un libero professionista di successo fiero del proprio ottimismo e della propria cravatta;
- i figli di una coppia separata riusciranno a convincere i propri genitori a metter da parte ogni incomprensione e a tornare insieme. Dovrete impiegare almeno diciotto capitoli per rendere al meglio l’idea di quanto i bambini soffrano a causa dei litigi tra i minchioni che li han messi al mondo. Il padre alcolizzato che picchiava sua moglie diventerà un genitore modello, la donna imparerà a stirar camicie e lo farà col sorriso. Il climax deve obbligatoriamente coincidere con la recita di Natale. Se avete optato per una coppia con un solo figlio, nel finale la madre dovrà annunciare di essere nuovamente incinta (e di non avere dubbi sulla paternità);
- in una storia che vede il protagonista vittima di tremendi soprusi, egli deve sempre rendersi conto della futilità della vendetta. Meglio se ad aprirgli gli occhi è una ragazza dai capelli biondi e gli occhi azzurri. In alternativa capelli rossi e occhi verdi. Le more dal viso bianco come il latte riservatele alle struggenti storie d’amore tra vampiri e ai romanzi young adult con protagonisti emo, darkettoni o casi umani simili.
Il bene deve sconfiggere il male, il cattivo non è mai davvero cattivo, non tutti i mali vengono per nuocere. Prendete queste tre regole fondamentali e non discostatevene di mezzo millimetro.
Le mode letterarie si susseguono, i gusti dei lettori cambiano. Il buonismo, però, regna e regnerà sovrano e dovrete sempre versargli un cospicuo dazio. Nella vita reale si vince raramente, ma questa è fiction e il vostro personaggio dovrà diventare qualcuno, a differenza vostra.
La coppia di divorziati è la mia preferita. Mi devo mettere d'impegno e scrivere di queste cose. Finché mi ostinerò a scrivere di Marziani, di allucinati, di gentaglia e umanità varia, nessuno vorrà saperne di me e non sarò mai lo scrittore che tutte le donne vogliono.
Deve dimenticare di far parte della casta e immergersi in panni un po' più nazionalpopolari.
Il soldato pentito, tuttavia, nell'arco successivo subirà una perdita e scoprirà che, dopotutto, per raggiungere la suddetta pace dovrà trucidare tutti i suoi nemici.
dici? Io credevo che li avesse fatti tutti fuori prima del pentimento
Ricambio la tua visita.Vedo sul tuo blog il promo di "Quattro Soli a motore", il libro di Nicola Pezzoli/Zio Scriba, libro che ho letto ed apprezzato moltissimo appena uscito e che in molti dovrebbero leggere.
grazie per la visita. Benvenuto 🙂
Non sono sfavorevole ai cattivoni dall'infanzia difficile, più che altro sono sfavorevole ai cattivi "che poverini basta dargli un po' d'amore". Penso che tutti abbiano la propria dose di sfiga, chi più, chi meno, solo che alcuni riescono a rielaborare le esperienze negative in modo positivo, altri no – e in questo bivio, secondo me, c'è una buona componente di scelta personale, quindi sì, secondo me con il cattivo si può anche empatizzare, ma cattivo è e cattivo rimane, perchè ha avuto, come tutti, la possibilità di scegliere, e ha scelto male 🙂